Qual è, secondo voi, l’accessorio più sfizioso dell’inverno, ormai alle porte? Senza dubbio il cappello, presente nel guardaroba moderno, ma in passato indispensabile nell’outfit di ogni una donna elegante e alla moda. Tra i tutti i modelli, alcuni copricapi sono divenuti cult e ancora oggi vengono riproposti nelle più variegate versioni. E’ proprio di ‘cappelli famosi’ che vi parlerò in questo articolo.
Chi non conosce la Cloche, il tipico copricapo anni 20’? Il raffinato accessorio fu ideato dalla modista francese Caroline Reboux, la quale, a sua volta, probabilmente condivide il merito con un’altra modista francese, Lucy Hamar. Il successo fu istantaneo e planetario, grazie alla sua linea semplice che si adattava perfettamente al taglio di capelli corto e liscio, must della rivoluzionaria flapper girl dei ruggenti anni 20’. La Cloche era talmente apprezzata, da avere anche le versioni “da sera”, impreziosita da paillettes, pietre, perle, o gioielli, per brillare a tempo di charleston! Tornerà di gran moda nel ’70, divenendo un ‘classico tra i classici’, oggi amato da moltissime celebrità, tra cui Leighton Meester che ama sfoggiarne di deliziosi.
Giunti agli anni ’30 la linea semplice della cloche cederà il posto a cappelli dalla massima creatività: a falda stretta o larga, con decorazioni di piume, fiori o grandi fiocchi, spesso impreziositi da elegantissime velette che scendevano a coprire impalpabilmente il volto. A toccare l’apice dell’eccentricità sarà l’intuitiva stilista romana Elsa Schiaparelli, con il suo celeberrimo Cappello Scarpa, del 1937.
Negli anni 40’ l’austerità della guerra richiedeva una moda senza eccessi e di conseguenza, l’immancabile cappello, assume un aspetto più sobrio. E’ proprio ora che nasce la famosissima Bustina, che si ispira appunto al berretto militare e, nel contempo, le tese si rimpiccioliscono, rendendo il copricapo molto somigliante a quello maschile, come il Borsalino, di cui Marlene Dietrich diventerà il simbolo. Subito dopo la guerra, la creatività fa di nuovo capolino, dando vita a nuovi modelli dalle fogge estrose e accattivanti. Sempre presente, fin dagli anni ’20, è il turbante, che in questa decade assume un ruolo di prestigio, dando spazio alle più sfiziose maniere di annodarlo.
Saranno proprio gli anni ’50 ad essere caratterizzati dalla rinascita di ogni settore ed inizierà il periodo senza dubbio più produttivo e fantasioso dal dopoguerra agli anni ’80. Ecco , allora, che i cappelli, ancora conditio sine qua non dell’eleganza, si presenteranno nelle varietà più articolate, in una gamma infinita di materiali, colori e forme, sempre all’insegna della raffinatezza, che sarà l’emblema di questa decade. E la veletta farà da padrona su cappelli ed acconciature. Per le signore più sofisticate, era molto in voga l’uso dei cappucci, non solo apposti sulle mantelle, ma anche realizzati da ampie sciarpe sapientemente annodate.
A spopolare negli anni 60’ è il Pillbox Hat, il cappello a forma di scatola rotonda, senza falda, portato un po’ spostato all’indietro, spesso ornato da fiocchi in raso, spille o veletta. E’ proprio questo l’unico cappello che Jacqueline Kennedy, che non amava indossare cappelli in pubblico, riusciva a portare. In questo caso erede di Jackie è la deliziosa Kate Middelton ora, ad indossare il simpatico cappello, divenuto ormai un altro copricapo senza tempo. Kate ama indossarlo portando i capelli sciolti e lunghi rendendolo raffinato e molto attuale, così come l’ex First Lady di Francia, la nostra Carla Bruni.
Quale definiremmo il cappello anni 70’ per eccellenza? Sicuramente il Cappello a Tesa Larga! La moda di portare il Floppy Hat, dall’inglese, ‘floscio’, si diffonde in realtà alla fine degli anni ’60, proprio in occasione di Woodstock, grazie alla sua linea poco formale. La falda larga rimarrà in voga energicamente fino ai primi anni’80, quando si rimpiccolirà, divenendo ben piatta. Da alcuni anni ha fatto di nuovo la sua comparsa, indossato sempre volentieri anche in inverno, da celebrities e non. Un’altra tendenza che si diffonderà parallelamente al floppy sarà l’uso di fasce e turbanti, realizzati soprattutto con sciarpe, che io personalmente trovo decisamente affascinante e di classe e molto sensuale.
E, dulcis in fundo – oggi mi sento incline alle citazioni in latino! – , per coloro che amano indossare accessori vintage, indubbiamente originali unici, non i stancherò mai di ricolrdarlo, ecco alcuni pezzi della ricca collezione di cappelli presente da Vintachic che ho indossato per voi. Si possono davvero mettere con facilità, sdrammatizzandoli con i giusti abbinamenti.
Esterita Di Cesare
Martina Bozzini