Mi vuoi sposare? Ad accompagnare la fatidica domanda c’è sempre un anello, l’anello per antonomasia!
Ma da dove deriva affonda le sue radici questo suggello d’amore?
Si pensa che la tradizione di regalare un anello alla propria fidanzata risalga agli egizi, quando questo gioiello veniva donato alla donna in segno di fiducia e rispetto, un modo per poter dire che veniva considerata un persona importante su cui poter contare e con cui potersi sposare e creare una famiglia. I romani usavano regalare ben due anelli alla futura sposa, uno in ferro da indossare a casa e un altro in oro, da indossare in pubblico. Sempre in epoca romana, si diffonde l’idea di indossare l’anello sull’anulare della mano sinistra, dato che un tempo si credeva che da qui partisse una vena diretta al cuore, la cosiddetta vena amoris. Nel corso dei secoli l’aspetto dell’anello di fidanzamento ha subito un notevole cambiamento, avvicinandosi sempre di più al tipo di anello a cui siamo abituati oggi.Per l’esattezza fu nel 1477 quando l’Arciduca Massimiliano d’Asburgo regalò alla sua sposa Maria di Borgogna un anello sovrastato da un brillante, è in questa occasione che per la prima volta vediamo entrare in scena le pietre preziose, una tradizione rimasta viva nei secoli e giunta sino a noi.
Tuttavia nel 1919, ebbe inizio negli Stati Uniti un crollo di popolarità degli anelli di fidanzamento che sarebbe durato per ben vent’anni, passando per la prima guerra mondiale e la grande depressione.
Nel 1938, quindi la De Beers, grande compagnia di estrazione e esportazione di diamanti, decise di avviare una campagna pubblicitaria nazionale al fine di rilanciare gli anelli di fidanzamento. Nella campagna si arrivò anche a suggerire la quantità di soldi da spendere per questo anello, ossia un mese di stipendio (ma negli anni ’80 si arrivò a ben due), finché nel 1947 Frances Gerety, copywriter, coniò il celebre slogan “Un diamante è per sempre”: la De Beers riuscì a persuadere i compratori che il diamante fosse la pietra perfetta per suggellare una promessa d’amore.
Una credenza tutt’oggi diffusa, visto che il diamante è la pietra regina del fidanzamento. Il modello più utilizzato ai giorni nostri è il solitario (una sola pietra): questo tipo di anelli venne reso popolare da Tiffany & Co, quando nel 1886 l’azienda iniziò a produrre un anello con incastonatura a sei braccia. Un’altra tipologia molto apprezzata è quella con gemme laterali, ad esempio un grande diamante al centro e diamanti più piccoli ai due lati: questo tipo di anello è chiamato trilogy. Comunemente si pensa che i tre diamanti rappresentino il passato, il presente e il futuro della coppia.
La tradizione dell’anello di fidanzamento è universale, e non risparmia nemmeno dive e teste coronate. Uno degli anelli più iconici è quello regalato da Richard Burton a Liz Tailor: unKrupp da 33 carati taglio smeraldo, uno dei diamanti più puri al mondo. È noto come “The Elizabeth Taylor Diamond” e anche se non servì a salvare il matrimonio della coppia, la sua fama è ancora oggi leggendaria. Pare che sia stato venduto anonimamente all’asta da Christie’s nel dicembre del 2011 per la modica cifra di 8,8 milioni di dollari.
Un altro anello di tutto rispetto quello donato da Onassis alla futura moglie Jackie, un diamante da 40 carati noto come Marquise Lesoto III. Il matrimonio non fu però felice e Jackie indossò l’anello soltanto due volte.
Nel 1956 a suggellare l’amore tra il principe Ranieri e l’attrice hollywoodiana Grace Kelly fu un diamante di Cartier taglio smeraldo da poco meno di 11 carati, incastonato tra due diamanti più piccoli su montatura in platino. Pare che Grace Kelly fosse entusiasta del dono, tanto da portarlo sul set dell’ultimo film, Alta società.
Dalla realtà alla finzione, le amanti di Sex and the city non potranno non ricordare l’anello regalato da Mr Big a Carrie, un diamante nero, semplice e sopra le righe.
Anche se il matrimonio non viene più visto come passo obbligatorio da molte coppie, l’uso della proposta rimane invariato tra coloro che si uniscono sia con rito civile sia in chiesa. Ma anche qui la tradizione si evolve e l’acquisto dell’anello diventa sempre più “digital”. Tiffany ha conquistato l’eterna gratitudine dei futuri mariti grazie a un’app che ha rivoluzionato i “sotterfugi” a cui i poveretti dovevano ricorrere per trovare la taglia giusta dell’anello. . Con l’app di Tiffany basta appoggiare sullo schermo un anello della futura sposa per scoprire la taglia degli anelli, mentre al contempo si possono confrontare le caratteristiche dei diversi modelli. Sul sito di Bulgari è possibile, invece, creare il proprio anello di fidanzamento ideale selezionando prezzo, carati, colore e purezza e infine salvarlo, nel caso si dovesse ancora attendere il momento giusto per pianificare la proposta.