Un ruggito riecheggia dalle passerelle alle strade: l’animalier è ufficialmente tornato in voga!
Un evergreen dal sapore vintage che si è imposto come tendenza per l’autunno e inverno 2018/19.
Questo graffiante must è prima esploso sulle catwalk, da MaxMara a N^ 21, passando per Bottega Veneta e Tom Ford. Una tendenza democratica, che si addice sia alle diversamente giovani che alle millenials.
Certo è che l’animalier, nonostante la sua versatilità, può facilmente far inciampare nel trash, ci vuole dunque moderazione e gusto per sfruttare questa tendenza al meglio.
Per rendersi conto di quanto l’animalier possa risultare chic basta dare uno sguardo al passato, quando questa moda è venuta alla luce.
L’animalier fa infatti la sua comparsa negli anni ’30, quando la divina Josephine Baker, stella del Folies Bergère, utilizza costumi succinti di questa foggia. Dopo di lei, un decennio più tardi è la volta della seducente pin-up Betty Page.
Ma la vera consacrazione nell’olimpo della Moda arriva solo nel 1947, quando Christian Dior fece sfilare abiti dal nome evocativo come Jungle e Africaine realizzati in chiffon stampato a macchie di leopardo. La sfilata fu un successo e l’animalier spopolò tra le dive del tempo, da Marlene Dietrich a Jackie Kennedy.
E’ negli anni ’60 che l’animalier assume la sua verve tipicamente trasgressiva, prima con Ken Scott e poi con Valentino, che cominciano ad utilizzarlo su capi di taglio maschile, per le donne del ’68. E più o meno nello stesso periodo, i tessuti animalier iniziano ad essere impiegati anche dall’alta moda maschile, abbracciando una timida fluidità di genere.
L’animalier dopo un periodo di declino torna alla ribalta negli anni ’80 con Krizia e Roberto Cavalli, di cui ricordiamo la stampa ghepardo già negli anni Settanta e poi, ancora, nella stagione P/E 1996, e lo zebrato nella P/E 1999.
Anche Valentino rimane sensibile al richiamo wild, tanto che nel 1987 la giornalista Nancy Hastings lo incorona “Re della giungla della moda”.
E come non citare Gianni Versace, che durante le sfilate prêt-à-porter maschile di Milano, A/I 1992/93, propose camicie in seta maculate?
Insomma ormai l’abbiamo capito, la moda attuale non fa che voltarsi indietro recuperando stili e tendenze iconiche.
E’ per questa ragione che possedere pezzi animalier vintage nel proprio guardaroba si rivela un dono senza tempo, per un must che è destinato a tornare e ancora ritornare.
Guardiamo quindi indietro per imparare ad indossare e dosare nel modo giusto questo stile.
Se siete desiderose di vestire l’animalier, ma temete di scadere nel volgare partite da un accessorio, magari una scarpa, come il nostro décolleté in cavallino maculato del 1960, oppure potrete optare per una borsa in questa fantasia.
Se vi sentite più audaci vi consigliamo di indossare un solo pezzo, può essere una camicia in seta, un pantalone, un blazer. Abbinatelo, come fa la nostra Esterita Di Cesare con un capo minimal, in tinta unita o denim. Less is more ed il gioco è fatto!
Se invece volete abbracciare in toto lo stile vintage fate come le grandi dive del passato, scegliete un cappotto o pelliccia, corta, media o lunga a seconda della vostra statura, ma sicuramente in grado di conferirvi un’alllure grintosa. Che dire della nostra pelliccia maculata in agnello del 1960? Capace di far invidia a Liz Taylor!
Insomma noi vi abbiamo fornito spunti, consigli per gli acquisti e dritte per vestire l’animalier al meglio, ora sta a voi tirare fuori la creatività, darvi allo shopping, ma soprattutto divertirvi con la moda!