Dopo 46 anni torna con grande successo Rischiatutto, il programma che ha segnato la storia della televisione italiana e che è entrato a tutti gli effetti a far parte della nostra cultura popolare con un bagaglio di frasi e aneddoti in uso ancora oggi. Quello che ci stupisce è che il ritorno “in pompa magna” del celebre quiz degli anni Settanta abbia regalato a Rai Due oltre 7 milioni di spettatori in prima serata, un vero e proprio record per un programma del passato. E fosse proprio il carattere vintage ad averlo reso tanto apprezzato? E poi, voi la conoscete davvero la storia di Rischiatutto?
Il quiz televisivo andò in onda per la prima volta il 5 febbraio 1970 sul “Secondo”, quello che adesso è diventato Rai Due, condotto da Mike Bongiorno affiancato dall’allora valletta italo argentina Sabina Ciuffini, che stupì il pubblico italiano indossando minigonne e minidress da urlo. L’idea alla base del programma era direttamente ripresa dagli Stati Uniti, dove era in voga il celebre “Jeopardy!”, quiz games nato nel 1964 e che ancora riesce a resistere nella televisione americana.
Il format era piuttosto semplice, quello di un attuale gioco a premi, da guadagnare rispondendo a domande di argomenti tutti diversi tra loro: ogni settimana si sfidavano tra loro tre concorrenti per riuscire ad accaparrarsi un montepremi che si faceva sempre più alto. E così fu per ben cinque stagioni di Rischiatutto, in onda dal 1970 fino al 1974, con picchi di 32 milioni di spettatori per la finalissima del 1972 – numeri da capogiro per l’epoca!
Ma qual è il vero motivo di un successo così duraturo nel tempo? Mike Bongiorno, il conduttore che ha praticamente scritto la storia della tv italiana, basta da solo. Se non fosse che Rischiatutto ha visto concorrenti diventare celebri nel corso delle stagioni. Chi non ricorda la Signora Longari? E come dimenticare la celebre battuta di Mike “Ahi ahi, ahi, signora Longari, mi è caduta sull’uccello”?
Insomma, sembra proprio che Rischiatutto sia entrato a far parte della cultura italiana a pari di un film di Alberto Sordi o di una battuta del celebre Totò. È diventato patrimonio italiano persino il signor Inardi, accusato di leggere le risposte delle domande nella mente di Mike Bongiorno, perché esperto di parapsicologia. E così per il “Signor No”, stereotipo del giudice inflessibile che non accetta risposte sbagliate e chiude le porte di Rischiatutto ai suoi concorrenti.
Allora ho ragione o no quando scrivo che il Vintage è ormai un bisogno della nostra epoca? Quindi aspettate il prossimo articolo per sapere cos’altro sta tornando di moda proprio in vista dell’estate…!